(IPN) - 27/02/2007 - Una delegazione del management di Trambus guidata dall'amministratore delegato Filippo Allegra e dal direttore di esercizio Norberto Raponi in visita alle officine allestite all'interno del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, dove i detenuti sono a lavoro per i trasporti pubblici romani.
Da circa tre anni Trambus collabora con la Casa Circondariale Rebibbia Nuovo Complesso per agevolare il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti. In particolare Trambus ha affidato ai detenuti di Rebibbia N.C. alcune lavorazioni industriali, come il ricondizionamento di piccole parti meccaniche e il recupero dei filtri aria degli autobus, che andrebbero altrimenti smaltiti come rifiuti speciali. Attraverso la società Opportunity, che promuove attività lavorative all'interno degli istituti di pena, nel 2004 è stato proposto a Trambus il progetto di recupero dei filtri aria dei mezzi di trasporto, fino ad allora gettati. Dopo l'esito positivo di una prima sperimentazione di 6 mesi, in una sola rimessa aziendale, il progetto è stato esteso ai mezzi di tutti gli stabilimenti gestiti da Trambus ed è ancora in corso. Considerati i risultati soddisfacenti dal punto di vista tecnico, inoltre, è recentemente iniziata con i detenuti di Rebibbia N.C. anche una nuova attività per la revisione e il ricondizionamento di alcuni servomeccanismi degli autobus.
I filtri rigenerati. La rigenerazione dei filtri viene effettuata in carcere attraverso uno speciale macchinario altamente tecnologico della Inking Production, azienda leader nel settore, che rende il recupero efficiente ed economico. Inoltre, le operazioni di recupero possono essere effettuate ogni 10mila km di percorrenza fino a 4 volte sullo stesso filtro, ripristinando la massima efficienza di filtrazione (97,93%), nonché garantendo migliori prestazioni al motore, minor consumo di carburante, di conseguenza minori emissioni nocive disperse nell'ambiente, e riducendo del 75% i volumi dei rifiuti da smaltire. L'attività svolta all'interno di Rebibbia N.C., dunque, consente risparmi economici e ambientali, ma soprattutto vantaggi sociali, agevolando il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti.
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