(IPM) - 27/05/2010 - La crisi colpisce anche i pendolari italiani, che con un’oscura manovra politica si trovano scippati di mille nuovi treni. Una promessa dell'acquisto di nuovi convogli che aveva ottenuto un primo si dalla camera lo scorso 12 maggio, grazie al via libera bipartisan in commissione Trasporti alla Camera della proposta dell’on. Michele Meta (Pd).
Una manovra di finanziamento che prevedeva la copertura dell'acquisto dei nuovi treni per i pendolari grazie all’aumento della Robin tax a carico delle grandi compagnie petrolifere e sulle società elettriche, anzichè ricorrere a un'accisa sulla benzina, ritenuta inopportuna da commissione Bilancio e Governo.
Un risultato di convergenza politica che faceva finalmente tirare un respiro di sollievo per il rinnovo della flotta ferroviaria italiana. Ma la festa era destinata a durare poco.
Nel giro di una settimana però il dietro front da parte della maggioranza parlamentare, che chiedeva una nuova riunione del comitato dei nove nel corso della quale veniva ritirata la modifica, riportando il provvedimento alla sua copertura originaria. Stralciata la Robin Tax e reintrodotte le accise a carico dei cittadini. Un dietro front che la commissione Bilancio ha bopcciato non per problemi di copertura ma per motivi di operatività generale.
Vista quindi l’impossibilità ad operare l’acquisto dei treni frugando nelle tasche degli italiani e salvando i bilanci delle compagnie petrolifere, la maggioranza giungeva alla decisione, osteggiata dall'opposizione, di sopprimere tutto l'articolo relativo ai nuovi treni. Con questa posizione la commissione Trasporti si presentava alla ripresa dei lavori dell'Aula di Montecitorio dove, sempre contraria l'opposizione, è stato approvato l'emendamento definitivo che ha cancellato ogni ipotesi di acquisto dei 1000 convogli pendolari.
Il presidente della commissione Trasporti, Mario Valducci (Pdl) ha giustificato il tutto spiegando che sulla copertura individuata c'erano "molti dubbi, e chiedere quattro miliardi alle imprese, sia pure in 15 anni, alla maggioranza è sembrato eccessivo, in presenza di una manovra complessiva che richiede sacrifici", lasciando ipotetici spiragli di “poter eventualmente affrontare la questione durante l'esame in aula della manovra”.
La sintesi di questa farsa è semplicemente una. Se i pendolari vogliono i treni se li comprino pagando di tasca loro l’apposita tassa. Gli sceriffi di Nottingham al governo è sempre più evidente che presidiano gli interessi dei potenti evitando accuratamente di ricavare servizi necessari ai cittadini facendo il ricorso alla Robin Tax.
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